Dal cortile è possibile accedere a una cappellina barocca eretta dai Gesuiti.
Costruito originariamente come fattoria fortificata nella metà dell’IX secolo, il Castello della Rancia inizialmente fungeva da casa-torre con strutture autonome per la difesa delle derrate agricole.
Nel XIV secolo, su impulso di Rodolfo II da Varano, fu modificato e ampliato, assumendo la funzione di dimora signorile.
Il castello ha giocato un ruolo di primo piano nelle vicende storiche del luogo fino alla metà del XVI secolo, durante il quale è stato teatro di numerose battaglie.
A partire dal 1581, il castello è stato gestito dai Gesuiti, ma in seguito è tornato a essere una casa colonica e un deposito alimentare dopo la pacifica dominazione della Chiesa. Il termine “Rancia” potrebbe derivare dalla parola “grancia”, cioè granaio, nome che i Camaldolesi e altri ordini monastici davano alle loro fattorie fortificate.
Dopo la soppressione della Compagnia di Gesù, ordinata da papa Clemente XIV nel 1773, la proprietà del castello passò alla Camera Apostolica, che nel 1829 lo vendette al nobile casato dei marchesi Bandini, successivamente principi Giustiniani Bandini.